domenica 5 ottobre 2008
Il libro
sabato 4 ottobre 2008
foto
venerdì 3 ottobre 2008
dissero
Non solo a Kabul, Bagdad e Beslan. Anche Rimini,con la famiglia di Simona Pari, appena rapita. O a Milano con la professoressa che discuteva di archeologia con Bin Laden. Angelo Figorilli, inviato del Tg2, si definisce “giornalista televisivo medio”. Ma come molti inviati (di guerra o no) non ha pace. O almeno non ha pace la sua curiosità per il mondo.
Marco Cicala
“Il Venerdì”, 8 luglio 2005
“…consiglio caldamente la lettura di un piccolo libro pubblicato da un piccolo editore, Edizioni Interculturali. Un giornalista del Tg2 racconta tutto quello che ha visto in anni di lavoro da inviato Rai e che non ha mai mandato in onda, essendo il suo compito quello di trasmettere servizi da un minuto a volte due, e pazienza se quel che succede nel mondo non entra in scaletta. Angelo Figorilli, che non è un divo da talk show dunque il suo nome non vi dirà nulla, è uno bravo. Ha scritto Il cane Patàn e altre storie, racconta della sopravvissuta di Beslan che vive ancora nella scuola e della professoressa italiana che ha preso un tè con Bin Laden. Peccato non essere in America, ci farebbero un film. Qui da noi con un po’ di fatica si trova in libreria”.
Concita De Gregorio
“D” de “La Repubblica”, 30 luglio 2005
Tra diario e reportage, i bei resoconti di Angelo Figorilli su Iraq, Afghanistan e realtà italiane. Lui è un giornalista tv e ci racconta quello che rimane fuori dal video. Con qualche vicenda incredibile, come uno strano incontro con Bin Laden.
VISTO, 21 ottobre 2005
Cosa rimane del lavoro di un giornalista televisivo “medio”, in giro per il mondo per due anni? Se lo è domandato Angelo Figorilli, oggi inviato del Tg2, mettendo insieme le tante storie dietro lo schermo, i personaggi tagliati via, i pezzetti di mondo escluso dai compressi format del telegiornale. E’ nato così uno stranito rosario di avvenimenti e località, come quelle esotiche toppe colorate che si applicano alle valigie, di sequenze ambientate a Città del Capo e Kabul oppure a Bari. Però ogni servizio costa fatica, spreca risorse, alimenta disagio perché la regola chiede di sapere tante notizie nel più breve tempo possibile e raccontarle in una maniera leggera e accattivante. Ma si può fare sulla guerra in Iraq? Sul terrorismo insensato, sulla realtà complicata da condensare nei 150 secondi del servizio. E viene fuori così questo tentativo di trovare cause ed effetti delle varie vicende, questo interrogarsi sorprendente e quotidiano di un mestiere entusiasmante e convulsivo.
Flaviano De Luca
ALIAS, supplemento settimanale de “Il Manifesto”, 22 ottobre 2005